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Maneki neko Ekqa1v

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Maneki neko

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Messaggio Da nana harukaze Gio Apr 24, 2014 9:41 pm

Maneki Neko (letteralmente "gatto che ti chiama"; anche noto come "gatto che da il benvenuto", "gatto della fortuna", "gatto del denaro") è una diffusa scultura giapponese, spesso fatta di porcellana o ceramica, che si ritiene porti fortuna al proprietario. La scultura raffigura un gatto che richiama l'attenzione con una zampa alzata, e di solito viene esposta in negozi, ristoranti, sale di pachinko e altre attività commericali. Se la zampa alzata è la destra dovrebbe attirare il denaro, la sinistra i clienti. Maneki Neko è di diversi colori, stili e gradi di ornamento. Oltre che come statuetta, Maneki Neko si può trovare come portachiavi, salvadanaio, deodorante, e altri oggetti. La razza di gatto rappresentata dalla statuetta è generalmente un Japanese Bobtail.

Caratteristiche:
Per gli Americani e gli Europei può sembrare che Maneki Neko stia salutando piuttosto che richiamando (chiamando verso di sè). Ciò è dovuto al diverso movimento usato dagli Occidentali e dai Giapponesi, infatti per i Giapponesi il gesto del richiamare l'attenzione di qualcuno, per chiedergli di avvicinarsi, consiste nel tenere la mano alzata, con il palmo verso l'esterno, e piegare ripetutamente le dita verso il basso e poi riportandole in alto, da qui deriva la posa del gatto. Alcuni Maneki Neko fatti appositamente per il mercato occidentale hanno la zampa rivolta nel verso opposto, riproducendo un gesto più familiare agli occidentali.[1]

Maneki Neko si può trovare con alzata la zampa destra oppure la sinistra, a volte entrambi. Il significato della zampa destra o sinistra cambia col tempo e col posto. La credenza più comune è che la zampa sinistra attiri i clienti, mentre la destra salute e fortuna, anche se alcuni dicono il contrario. Altri ancora dicono che la zampa sinistra alzata sia la cosa migliore per i locali in cui si beve, la destra per le altre attività commerciali. (Chi sopporta bene l'alcool in Giappone è chiamato "hidari-kiki", ossia "mancino".) [2]

E' opinione comune che più in alto sia la zampa, maggiore sia la fortuna che porta. Quindi negli anni la zampa dei Maneki Neko ha avuto la tendenza a essere sempre più alta. Alcuni usano l'altezza della zampa come metodo approssimativo per misurare l'età di una statuetta. Un'altra credenza comune è che più alta è la zampa e da più lontano verrà la fortuna. Alcuni Maneki Neko hanno una batteria o una zampa che si muove azionata dall'energia solare e ripetono al'infinito il gesto del richiamare a sè.

Colore:
I Maneki Neko si trovano di ogni colore. Mentre all'inizio i colori erano soltanto decorativi, differenti colori adesso sono associati con differenti proprietà. (Di nuovo, il significato dei colori, come qualsiasi altra cosa riguardo i Maneki Neko, sono incredibilmente varii):

Tricolor: Il colore di base è bianco, con macchie nere e arancioni disposte a caso. Questa colorazione è considerata particolarmente fortunata ed è quella più popolare per i Maneki Neko. La credenza potrebbe essere correlata alla rarità di questa colorazione nei gatti bobtail giapponesi, ai quali è ispirata la rappresentazione del Manei Neko. In Giappone questo colore è chiamato Mi-ke, che significa tre-pelliccie (o tri-pelo).
Bianco: I gatti bianchi indicano purezza e sono il secondo tipo per diffusione.
Nero: Si dice che i Maneki Neko neri portino buona salute e tengano lontano gli influssi negativi. Sono molto apprezzati dalle donne perché dovrebbero essere particolarmente efficaci nel tenere lontano i molestatori.
Rosso: Anche il rosso è un colore protettivo, e si ritiene che tenga lontani gli spiriti maligni e la malattia.
Oro: associato con la ricchezza, il benessere economico.
Rosa: Non è un colore della tradizione, attualmente è un colore popolare e associato all'amore.[3]
Verde: Si dice che porti riconoscimenti accademici.

Collare e campanello:
I Maneki Neko di solito hanno un qualche accessorio attorno al collo, che può essere un fazzoletto o una sciarpa, ma il più comune è il collare, un campanello e una catenella decorativa. Questi oggetti si trovano come derivazione di quelli che erano gli accessori ornamentali per gatti in voga tra le famiglie benestanti durante il Periodo Edo. Venivano usati collari rossi fatti con un fiore (lo hichirimen), e piccoli campanelli per decorazione e per tener traccia del gatto nei suoi spostamenti.

Il fazzoletto al collo potrebbe anche essere correlato a quelli che spesso ornano le statue del Bodhisattva Jizo. Staute di Jizo si possono trovare a protezione dell'ingresso di templi e cimiteri. Jizo è il protettore dei bambini ammalati e morenti e i genitori di bambini guariti da una malattia mettono un bavaglio attorno a Jizo come dono di ringraziamento.

La moneta:
I Maneki Neko a volte sono raffigurati con in mano una moneta; di solito una moneta d'oro chiamata koban, usata in Giappone nel Periodo Edo. Un koban valeva un ryō, un'altra antica moneta Giapponese, tuttavia il koban della maggior parte dei Maneki Neko vale dieci milioni di ryō. Un ryō può essere paragonato a mille dollari.

La moneta ovviamente è legata al ruolo del gatto nell'attrarre la fortuna e il benessere materiale. Non sorprende quindi che spesso il Maneki Neko sia usato come salvadanaio, un'usanza che risale al 1890. A volte monete di piccolo taglio vengono lasciate come offerte a un Maneki Neko. Questa usanza è in qualche modo simile a quella di lanciare una moneta in una fontana per buon augurio.

Materali:
I Maneki Neko di solito sono fatti di porcellana o di ceramica; quelli più economici possono essere fatti di altri materiali, dalla plastica, al legno alla cartapesta, all'argilla, mentre i Maneki Neko più costosi possono essere di giada o d'oro. I Maneki Neko che si muovono in genere sono di plastica.

Storia:
Si pensa che il Maneki Neko sia apparso per la prima volta verso la fine del Periodo Edo (1603-1867), ma il documento più antico è del 1870, dell'Era Meiji. Maneki Neko viene menzionato in un articolo di giornale del 1876 e c'è la prova che in quel periodo un Maneki Neko vestito con un kimono fu distribuito presso un tempio di Osaka. Una pubblicità del 1902 indica che i Maneki Neko erano popolari anche a inizio secolo.[4]
A parte quanto detto, le origini del Maneki Neko rimangono incerte.

Un aneddoto spesso attribuito a vari protagonisti (a imperatori giapponesi, a Oda Nobunaga, al samurai Ii Naotaka) racconta che questo personaggio sia passato vicino a un gatto che sembrava salutarlo. Intepretando il movimento del gatto come un segno, il nobiluomo si fermò e andò verso di lui; essendosi allontanato dalla strada che stava seguendo, si accorse di aver evitato una trappola che era stata tesa per lui proprio poco più avanti. Da allora i gatti furono considerati spiriti saggi e portatori di fortuna. In molti luoghi di culto e case giapponesi si trova la raffigurazione di un gatto con una zampa alzata nell'atto di salutare, di qui l'origine del Maneki Neko, spesso indicato anche come Kami Neko riferendosi al kami, o spirito, del gatto.

Una teoria lega l'origine del Maneki Neko, o almeno la crescita della sua popolarità, al sorgere del nuovo governo Meiji. Nel suo tentativo di occidentalizzare la società giapponese, il governo Meiji proibì i talismani sessuali popolari in quell'epoca, spesso chiaramente esposti nei bordelli. Con la scomparsa di questi oggetti popolari, rapidamente apparvero in sostituzione i Maneki Neko, che forse con il loro gesto imitavano il gesto di una donna che richiamava a sè.

Altri hanno notato la somiglianza tra il gesto del Maneki Neko e quello di un gatto che si lava la faccia. Una credenza giapponese dice che un gatto che si lava la faccia significa che presto arriverà un ospite. Questa credenza potrebbe a sua volta essere legata ad un ancora più antico proverbio cinese, il quale afferma che se una gatto si lava la faccia, allora pioverà. E quindi è possibile che sia nata la credenza che la statuetta di un gatto che si lava la faccia porta clienti in un negozio.

Leggende e racconti:
Maneki Neko è protagonista di varie leggende. Ecco tre delle più famose, che spiegano l'origine del gatto:

Il gatto del Tempio: Un ricco feudatario, durante un temporale, si stava riparando sotto un albero vicino al tempio Gotoku-ji (nella parte Ovest di Tokio). Il feudatario vide il gatto del monaco del tempio che lo chiamava e andò verso di lui; un attimo dopo l'albero fu colpito da un fulmine. Il ricco signore fece amicizia col povero monaco e ciò portò prosperità al tempio. Quando il gatto morì, probabilmente in suo onore fu costruito il primo Maneki Neko.[5]

La cortigiana: Una prostituta di nome Usugumo, che viveva a Yoshiwara, nella parte Est di Tokio, aveva un gatto, al quale voleva molto bene. Una notte il gatto iniziò a tirare forte il suo kimono. Qualunque cosa lei facesse, il gatto continuava. Il proprietario del bordello vide la scena, e pensando che il gatto fosse stregato, gli tagliò la testa. La testa del gatto volò fino al soffitto, dove uccise un serpente, che avrebbe potuto colpire da un momento all'altro. Usugumo fu atterrita dalla morte del suo amico animale. Per rallegrarla uno dei suoi clienti le costruì una statuetta che raffigurava il suo gatto e gliela regalò. Questa statuetta in seguito divenne popolare come il Maneki Neko.

L'anziana signora: Una donna anziana che viveva a Imado (Est Tokio) fu costretta a vendere il suo gatto a causa dell'estrema povertà. Poco dopo il gatto le apparve in un sogno e le disse di fare con l'argilla un'immagine che lo ritraeva; la donna lo fece, e subito dopo vendette la statuetta. Poi ne fece anche altre, e la gente continuava a comprarle, erano così ricercate che la donna diventò ricca e benestante.

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